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OBIC

L'idea o visione del cibo prendendo sul serio l'anima

Immaginate un universo dove ogni piatto diventa un’opera d’arte e ogni opera d’arte sussurra storie di sapori e tradizioni, dove per la prima volta gli ingredienti delle ricette sono canoni poetici inattesi rilevati dall’anima degli artisti e catturati in scatti unici e certificati dalla tecnologia Blockchain.

Una celebrazione della bellezza del gusto e dell’innovazione, un viaggio antropologico che esplora i legami tra arte e cibo, tra estetica e nutrimento, che fonde il mondo del CIBO con quello delle ARTI VISIVE

Un approccio innovativo che crea un percorso di percezioni ed emozioni inesplorate, dove l’anima dell’artista si fonde con l’esperienza culinaria che ha rilevato per la prima volta dall’opera d’arte il codice del gusto offrendo un messaggio culturale assoluto.

OBIC

OBIC è un’istituzione culturale e creativa che investe sul processo di contaminazione e sperimentazione tra arte e cibo.

OBIC progetta e sviluppa mostre ed eventi culturali, crea progetti didattici e immersivi, rinnova i temi del food design, elabora consulenze di advisoring, segue modelli d’investimento inediti, guida i professionisti nel creare skills culturali e performance per le proprie aziende.

Il cibo diventa lo spunto di ragionamento sul mondo attuale, sui codici di comunicazione, sui modelli di architettura e design in una società digitale, sulle ipotesi di produzione creativa, sugli sviluppi di un business che coinvolga fette consapevoli della società culturale. Vogliamo che OBIC sia l’inizio di un nuovo pensiero, la gestazione simbolica di un vocabolario che parli la lingua di connessione tra arte come booster della mente e cibo come estetica culturale.

CHI SIAMO

OBIC, con la cura di Anna Paola Lo Presti & Gianluca Marziani, è una nuovissima PIATTAFORMA di produzione creativa, un preciso ECOSISTEMA CULTURALE nato da una prima intuizione letterale: la parola CIBO letta nel suo anagramma al contrario, affinché la visione del progetto rispecchi un innovativo modello relazionale tra la filiera del Food e le molteplici affinità elettive con le arti contemporanee.   

OBIC darà vita a momenti innovativi e sensoriali che celebreranno l’arte nei suoi dialoghi eterogenei: con il linguaggio del cibo ma anche con il design degli oggetti per il food, con le architetture che ospitano il mangiare, gli abiti, i suoni, la letteratura, la poesia e il graphic design.

 

CONSULENZA E PRODUZIONE

Il team OBIC, coadiuvato dal curatore internazionale Gianluca Marziani, realizza consulenze di advisoring con modelli innovativi d’acquisizione.

 

Una squadra segue in forma esclusiva tutte  le opere sul mercato che affrontano il tema del cibo nella sua vastità tematica, consigliando investimenti per ogni portafoglio ed esigenza.

Una seconda squadra segue il processo creativo degli OBIC STILL LIFE, quelle stampe fotografiche che sono l’anima fotografica di OBIC, un’eccellenza basata su stampe esclusive a bassa tiratura (5 edizioni + 3 pda su carta cotone Hahnemuehle Photo Rag) .

Una terza squadra segue le creazioni originali degli artisti che collaboreranno con OBIC, proponendo al pubblico opere che riguardano i nostri temi, declinate con soluzioni uniche e processi innovativi. 

FOTOGRAFIA

Un aspetto fondativo del progetto OBIC risiede nelle opere fotografiche, create da OBIC CREW per scovare l’anima dietro ogni composizione, per ripensare il concetto storico di natura morta, per definire una nuova estetica in cui lo still life si trasforma in NATURA VIVENTE, esito di un viaggio figurativo e poetico che supera il limite del piano documentale.

Ci piace che la nostra crew riveli le vite segrete dietro un ingrediente, la connessione che si crea con gli altri linguaggi creativi, portando la fotografia sul piano virtuoso delle arti visive, creando nature viventi che somigliano a pitture compositive, mandala alimentari di un mondo che ha reso il cibo una mitologia collettiva, un grande credo che trova in OBIC il primo sistema sartoriale per raccontare la spiritualità dietro l’evidenza, quel senso di sacralità estetica che ha già reso inimitabile la pittura italiana tra Quattrocento e Seicento. 

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